Come si redige l’Etichettatura alimentare: le regole base e l’informativa di Ichnossicurezza
Etichettatura alimentare, informazione Ichnossicurezza: perché è importante
L’etichettatura alimentare è una dichiarazione che riporta qualunque marchio commerciale o di fabbrica, immagine o altra rappresentazione grafica che viene posta sull’imballaggio o sul contenitore di un alimento. Riporta informazioni sul contenuto nutrizionale del prodotto come ad esempio il valore energetico e altri elementi come proteine, grassi, carboidrati, fibre alimentari, sodio, vitamine e sali minerali. E’ uno dei metodi principali per informare i consumatori sulla composizione degli alimenti e aiutarli ad adottare decisioni consapevoli al fine di garantire il benessere dei consumatori stessi. La conoscenza dei principi base della nutrizione, oltre alle campagne di educazione e un’adeguata informazione, sono degli strumenti considerati necessari e fondamentali per migliorare la comprensione delle informazioni alimentari e la conoscenza degli stessi alimenti.
Sino all’emanazione del Regolamento UE n. 1169/2011, l’etichettatura nutrizionale era facoltativa. Dal 16 dicembre 2016 la normativa ha disposto che tutti gli alimenti devono obbligatoriamente riportare l’etichetta nutrizionale. Secondo quanto disposto nell’Allegato I del Regolamento, si deve specificare nel seguente ordine la quantità di:
– grassi (di cui acidi grassi saturi, monoinsaturi, polinsaturi);
– carboidrati (di cui, zuccheri, polioli, amido);
– proteine;
– fibre;
– sale;
– valore energetico;
– vitamine e sali minerali (devono essere elencati se presenti in misura significativa, cioè almeno il 15% della RDA, acronimo di Razione Giornaliera Raccomandata).
Etichettatura alimentare, gli alimenti esentati
Tuttavia, alcuni elementi sono considerati esentati dall’etichettatura. Nello specifico si tratta di:
– prodotti non trasformati o sottoposti unicamente a maturazione monoingrediente o con una sola categoria di ingredienti;
– acque destinate al consumo umano;
– piante aromatiche, spezie o loro miscele;
– sale e succedanei;
– edulcoranti da tavola;
– estratti e chicchi di caffè/decaffeinati, di cicoria;
– infusioni a base di erbe e di frutta, tè/decaffeinati, istantanei o solubili o estratti;
– aceti di fermentazione e succedanei;
– aromi;
– additivi e coadiuvanti tecnologici, enzimi;
– gelatina, composti di gelificazione per marmellate, lieviti, gomme da masticare;
– alimenti in imballaggi con superficie maggiore inferiore a 25 cm2;
– alimenti anche confezionati artigianalmente, forniti di piccole quantità al consumatore finale o strutture locali di vendita al dettaglio.
Etichettatura alimentare, le regole base
Ma come avviene il processo dell’etichettatura e quali sono i fattori principali da considerare e da segnalare? Ovviamente ci sono delle regole standard che devono essere applicate alla lettera in base ai diversi criteri disposti dalla legge. Nello specifico analizzeremo l’altezza dei caratteri, la denominazione dell’alimento, la data di scadenza, il termine minimo di conservazione (TMC), le condizioni di conservazione ed uso, gli oli e i grassi vegetali, gli allergeni, l’acqua e gli ingredienti volatili aggiunti, gli alimenti venduti sfusi, i cosiddetti “preincartati” e le origini.
– Altezza dei caratteri. Tutte le indicazioni devono essere stampate in modo chiaro e leggibile in carattere pari o superiore a 1,2 mm. Nelle confezioni più piccole il carattere deve essere pari o superiore a 0,9 mm.
– Denominazione dell’alimento. Accanto alla denominazione deve essere indicato lo stato fisico del prodotto o lo specifico trattamento (ad esempio «in polvere», «ricongelato», «liofilizzato», «surgelato», «concentrato», «affumicato»).
– Data di scadenza. L’indicazione “da consumarsi entro il” è obbligatoria su ogni singolo alimento e si applica ai prodotti rapidamente deperibili dal punto di vista microbiologico. Rappresenta il limite oltre il quale il prodotto non deve essere consumato.
– Termine minimo di conservazione (TMC). Nel caso di alimenti che possono essere conservati più a lungo si troverà la dicitura “Da consumarsi preferibilmente entro il”. Questa dicitura indica che oltre la data riportata può essere consumato senza rischi per la salute anche se può aver modificato alcune caratteristiche come il sapore e l’odore.
– Condizioni di conservazione ed uso. Le condizioni di conservazione devono essere indicate per consentire una conservazione ed un uso adeguato degli alimenti dopo l’apertura della confezione.
– Oli e grassi vegetali. Bisogna evidenziare la natura specifica degli oli e dei grassi vegetali impiegati (es. olio di palma, olio di cocco, grassi idrogenati ecc.)
– Allergeni. Gli ingredienti allergenici devono essere graficamente evidenziati nell’apposita lista. Possono essere sottolineati o specificati con il grassetto. Inoltre, bisogna evidenziare la parola chiave in ogni componente che costituisce l’alimento laddove l’allergene sia presente in diversi ingredienti o matrici.
– Acqua e ingredienti volatili aggiunti. Devono sempre essere indicati sulle etichette di carni e preparati di carni, prodotti ittici non processati e molluschi bivalvi vivi. La dicitura “con acqua aggiunta” deve essere specificata quando raggiunge o supera il 5%.
– Alimenti venduti sfusi e i cosiddetti “preincartati”. Devono essere specificati gli ingredienti allergenici ed è considerato definitivamente fuori legge il “cartello unico degli ingredienti” impiegato solitamente in gastronomia, pasticceria, panetteria e gelateria.
– Origine. L’indicazione d’origine sarà obbligatoria per: carni bovine, pesce, frutta e verdura, miele, olio extravergine d’oliva. Viene estesa anche a carni fresche e congelate delle specie suina, ovina, caprina e avicola.
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